COSì CI AIUTANO | 17 Maggio 2016

Insieme per amore, collaborando. La scuola media di Uboldo in visita al Centro

Scuola Uboldo

Insieme per Amore, Collaborando”.

Con queste semplici, ma intense parole Giovanni Verga, fondatore del Comitato Maria Letizia Verga, ha accolto sabato 23 aprile una delegazione di alunni della classe 2D che, accompagnata dalle proff. Colombo e Misdea e da alcuni genitori, si sono recati in visita al Centro Maria Letizia Verga per lo studio e la cura della leucemia del bambino di Monza e alla Casa famiglia, voluta e creata per ospitare i piccoli in cura e i loro genitori.

Accolti dal sorriso e dall’entusiasmo di Giovanni, che ogni giorno è presente presso il Centro, i ragazzi hanno iniziato il percorso di visita dalla Casa famiglia: qui si nota non solo l’ordine, ma anche quanto viene offerto ai piccoli ospiti per fare in modo che le loro giornate non siano segnate dalla fatica della malattia, ma rimangano con tempi e spazi a misura di bambino.

Scuola Uboldo al residence

“I bambini sono il nostro centro di vita e tutto deve essere fatto perchè il loro cammino, interrotto dall’esperienza patologica, non li faccia sentire diversi dagli altri, ma possa permettere loro di continuare la vita da bambino, intervallata dalle misure terapeutiche necessarie per raggiungere la guarigione”.

Si vedono infatti il campo da calcio, i tavoli da ping-pong, giochi vari, perché i bambini “devono poter continuare a giocare”.

Da lì, tutti insieme per visitare il Centro: stupiti dalla rapidità con cui è stato realizzato, dall’ultima nostra visita sono trascorsi circa due anni ed era stato avviato da poco il cantiere, e ancor di più dalla sua struttura fisica oltre che dall’impianto all’avanguardia a partire dall’accoglienza del bambino in arrivo fino a tutto il suo cammino verso la guarigione.

“Il nostro obiettivo” ha continuato Giovanni “è arrivare a guarire tutti i bambini colpiti da leucemia. Non ci accontentiamo più della sola cura, vogliamo e puntiamo alla guarigione vera e propria”.

Il Centro, infatti, è molto accogliente: cura e attenzione è stata data agli spazi, ai colori, alle camere, ai contatti col personale medico e paramedico, “perché abbiamo chiesto ai genitori e ai piccoli come pensavano potesse essere questo luogo, e loro hanno risposto luminoso, colorato e col parquet… E così abbiamo fatto, ed ecco qui il centro a desiderio di bambino”.

La dolcezza di Giovanni Verga ritorna continuamente nelle sue parole e la parola Bambino risuona come una formula magica, anzi come quella magia alla quale Giovanni e tutta l’equipe, capitanata dal prof. Andrea Biondi, non solo Direttore del Centro ma ora a capo anche dell’equipe europea per la ricerca e la cura delle leucemie, puntano col loro impegno e lavoro quotidiano perché per i piccoli l’inciampo possa rimanere solo un ricordo.

Federico – “Non mi aspettavo un posto così bello per i bambini che devono affrontare l’esperienza della malattia…”

Simone V. – “Che bello vedere che i piccoli possono anche giocare e studiare. Mi ha colpito molto la parte dedicata alla ricerca…”

Cristian – “Magico vedere il signor Giovanni così impegnato a realizzare il sogno di guarire i bambini”

Cristina – “La ricerca è importante, soprattutto quando riguarda patologie così gravi. Forza e buona volontà aiutano sempre a trovare un rimedio

Simone C. – “Giovanni Verga è molto simpatico, altruista oltre che una bellissima persona. È la prova che l’uomo non riesce a fare solo danni, ma anche cose molto utili…”

Dmitrij – “Mi ha colpito la dolcezza delle persone che abbiamo incontrato. È stata un’esperienza che ha arricchito il mio cuore”

Sara – “Mi è piaciuto condividere questa emozione con i compagni. È stato bello vedere come il dolore di Giovanni Verga si sia tramutato in amore per gli altri”

Silvia – “La magia della vita? Realizzare quanto visto al San Gerardo…”

Andrea G. – “Ho visto come la leucemia colpisce all’improvviso, ma anche come altrettanto velocemente c’è chi ama prendersi cura delle persone”

Andrea D. – “Il bello della vita è anche poter incontrare grandi persone. Grazie Giovanni”

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